La nostra reclusione forzata in casa sta durando più del previsto e le regole e le raccomandazioni ormai le conosciamo tutti e le sappiamo pure recitare a memoria. Ma siccome a noi piace guardare indietro e guardare oltre, questa volta abbiamo deciso di abbandonare completamente il tema presente del Coronavirus, per darvi dei consigli 100% a tema Escape Room, ipotizzando di trattare un argomento che sta molto a cuore a tanti giocatori e pure a tanti game master.
Ma chi? I Game Master? Quelli cattivi che ci rinchiudono nella stanza e buttano via la chiave e godono del vederci soffrire mentre ci friggiamo il cervello alla ricerca della via d’uscita? Quelle brutte persone che devi implorare per farti aiutare, spesso dovendo chiedere aiuto nei modi più strani? Ebbene si, proprio loro: perchè, in fondo, i Game Master non sono così cattivi come i giocatori se li immaginano… Ok, diciamo che sono un po’ una via di mezzo tra come loro pensano di essere (fin troppo buoni) e come li vedono i giocatori (fin troppo perfidi). Insomma, noi Game Master amiamo rinchiudervi, spaventarvi, lasciarvi sulle spine… ma ancor di più amiamo quando voi uscite dalla stanza super-esaltati (magari all’ultimo minuto con l’adrenalina a mille) e vi portate a casa la meritata vittoria! Per noi Game Master e creatori di Escape Room è quello l’obiettivo raggiunto: quando vediamo che uscite in tempo divertiti e ci rendiamo conto che la stanza che abbiamo costruito ( in mesi di lavoro e soffrendo le pene dell’inferno) ha un senso anche nella vostra testa e non solo nella nostra!
Poi, è chiaro che come in tutti i giochi, anche nelle escape room a volte si vince e a volte si perde e saper perdere è decisamente più difficile che saper vincere… Ehm… Voi a questo punto potreste pensare: “Seee, seee, i Game Master sono come i professori e i genitori, che dicono che lo fanno per il nostro bene…. non ci danno gli aiuti perché vogliono che impariamo a fare da soli…. sono di quelli della scuola “sbagliando s’impara”, “l’importante non è vincere, ma partecipare” ecc, ecc…
Invece no. Noi Game Master siamo proprio come voi. Siamo giocatori anche noi nella maggior parte dei casi. E sappiamo benissimo che l’importante è partecipare, ma se si vince è sicuramente meglio.
E allora, ecco perchè stiamo scrivendo per voi questo articolo: perchè vogliamo che sappiate che, come in tutti i giochi, anche nelle Escape Room esistono trucchetti e strategie per vincere (e anche con largo anticipo!) senza scassinare lucchetti, senza farvi raccontare la stanza da qualcuno che ha già giocato e senza chiedere aiuti e aiutini disperati…
Dopo aver rinchiuso e visto giocare migliaia di gruppi dalle nostre sale-regia, dalle reception e perfino nascosti nelle stanze con voi come figuranti, abbiamo capito quali sono i 10 migliori consigli che possiamo dare ad ogni gruppo che vuole giocare con l’obiettivo di vincere. E ora siamo pronti a condividerli con voi, come si fa con i segreti più preziosi.
Prima dei consigli è bene, però, sottolineare due cose FONDAMENTALI. Uno: l‘obiettivo dell’escape room (in genere) è USCIRE ENTRO 60 MINUTI DI TEMPO (o comunque risolvere una missione entro un tempo limite stabilito). Quindi per vincere è necessario raggiungere l’obiettivo. Due: le escape room sono GIOCHI DI SQUADRA. Detto questo, l’obiettivo è comune a tutti i giocatori. A TUTTI. Tutti dovete uscire entro il tempo. Non solo alcuni. Non solo i più bravi, i più brillanti o i più esperti di voi. TUTTI. Nessuno si lascia indietro perchè o si esce tutti o non esce nessuno.
Ecco, già iniziare a giocare consapevoli di queste due cose fondamentali, dovrebbe bastare a condurre un’ottima partita. Ma, visto che gli obiettivi si raggiungono tramite attività di gruppo e siete sicuramente stanchi di sentirvi sempre ripetere come un mantra “Si vince solo facendo squadra”, ecco le 10 COSE PRATICHE che dovete sempre fare in una escape room se volete VINCERE.
Promettiamo di non scrivere mai la parola COLLABORARE, perchè la diamo già per scontata dalla premessa di cui sopra.
- Comunicare efficacemente. Significa, ne più ne meno, che dovete dirvi le cose che fate. E dovete dirvele a voce alta, mentre giocate. Non quando siete usciti dalla stanza. Non abbiate paura di esclamare “Ho trovato questo” “Ho spostato questo ed è successa questa cosa” “Oh, ma cosa ca— c’è qui?”. Comunicare verbalmente (a voce alta) vi aiuterà ad avere sempre tutti il gioco sotto controllo. In questo modo, tutti saprete cosa sta succedendo, cosa stanno facendo gli altri e verosimilmente non vi ritroverete a fare in 6 la stessa cosa inutilmente (perdendo tempo). Esempio pratico: nella stanza c’è una di quelle simpatiche cassaforti che dopo 5 tentativi errati si blocca per 5 minuti (in genere questo dettaglio è esplicitato da qualche parte. V. consiglio n. 7). Se nella stanza giocano 5 persone e ognuna di loro mette un codice a caso per provare (o magari anche un codice trovato da qualche parte, che però non è giusto per la cassaforte) e non lo dice agli altri, ognuna di quelle 5 persone sarà convinta di aver messo il primo codice e poi tutto il gruppo ci resterà malissimo quando la cassaforte resterà bloccata per 5 minuti.
- Fare brainstorming e ragionare a voce alta. Come già scritto nel punto precedente, le informazioni vanno sempre condivise nel gruppo, perchè spesso è mettendole insieme che si trova la soluzione. Non ponetevi il problema di sentirvi stupidi o di esternare idee e ragionamenti bislacchi o intuizioni abbozzate che vi sembrano ancora lontane da una soluzione, perchè non avete idea di quante volte abbiamo visto risolvere gli enigmi più complessi (quelli che hanno più step di ragionamento) in questo modo: il giocatore A dice una cosa. Quella cosa non dice niente a B e C, ma accende una lampadina a D. D da un suo feedback e questo stimola qualcosa nel cervello di B, infine C, che ha ascoltato tutti, esclama: “Ma che coglixxi!!! Perchè non ci abbiamo pensato prima? Si fa così”. Parliamoci chiaro: non è C che ha risolto l’enigma. Lo hanno risolto tutti insieme A, B, C, D, perchè le intuizioni di tutti sono servite a C per quadrare il cerchio. Questo è quello che noi chiamiamo il “cervello di gruppo”!
- Fare più giri di ricognizione della stanza e dividersi i compiti. Nelle Escape Room molte cose sono nascoste e spesso alcuni dettagli sono ben celati tra gli oggetti e le mura della stanza. Ecco perchè all’inizio di ogni partita (e ogni volta che si apre un nuovo ambiente) è sempre bene frugare, trovare le cose nascoste e metterle in evidenza. Non limitatevi a fare questa operazione da soli e una sola volta durante gioco. Spesso gli aiuti vengono chiesti (e quasi sprecati) perchè non si è cercato bene e non si è visto quell’oggetto buttato nel cestino o nascosto dietro un quadro. Finita la prima ricognizione, potete dividervi i compiti, in base alle attitudini di ognuno di voi (c’è chi continua a cercare, chi mette le cose in ordine, chi legge lo storytelling, chi si ferma a ragionare sugli enigmi, chi cerca di tenere le fila e motivare il gruppo), ma considerate che questa è una cosa normale e utile nei gruppi che sono abituati a giocare sempre insieme, mentre rischia di essere controproducente per i gruppi che giocano insieme per la prima volta.
- Tenere in ordine gli oggetti che si trovano. L’investimento più produttivo che potete fare mentre giocate in un’escape room è probabilmente questo: ogni volta che aprite qualcosa, tirate fuori con criterio tutto quello che contiene e poi, man mano che andate avanti nel gioco, dividete innanzitutto da un lato gli oggetti che avete già usato da quelli che non avete ancora usato e mettete da un’altra parte ancora quelli che secondo voi non servono a niente. Questo vi permetterà di risparmiare un sacco di tempo nei momenti finali del gioco, in cui sarete più concitati, quando tutti i nodi verranno al pettine e saprete sempre dove andare a cercare le cose che vi servono. Esempio pratico: mancano 5 minuti alla fine del gioco. dovete comporre un puzzle di cui avete trovato i pezzi man mano che avanzavate nel gameplay. Nella stanza non c’è più niente al suo posto, non vi ricordate dove avete messo le cose, i cassetti, gli scrigni, gli armadi sono vuoti e per terra c’è un mucchio indistinto di 450 oggetti diversi tutti ammassati indistintamente. In più, guarda caso, essendo la fine del gioco, manca pure la luce e/o avete solo una torcia (magari mezzo scarica) a disposizione. E come se non bastasse, vivete nel terrore degli ultimi jumpscare o dell’apparizione di qualche figurante. E voi siete lì, disperati, che vi incolpate a vicenda perchè non trovate le cose, qualcuno piange, qualcuno grida, qualcuno ride ed è tutto per aria e la stanza sembra una gabbia di matti e il tempo finisce e voi…. non avete trovato tutti i pezzi del puzzle.
- Non aver paura di chiedere gli aiuti. Sapete qual è statisticamente la causa principale di una performance senza vittoria in una escape room? Il fatto che il gruppo abbia aspettato troppo per chiedere gli aiuti. Nell’80% dei casi di gruppi che non escono, c’erano sempre una o più persone che alla domanda posta da qualcuno “Siamo bloccati… chiediamo un aiuto?” hanno detto “No, perchè? Abbiamo ancora un sacco di tempo! Secondo me ce la facciamo senza!” oppure “Ma no, dai se chiediamo aiuto non c’è gusto!” Gli aiuti non sono e non devono essere visti come un’elemosina del Game Master che vi suggerisce come andare avanti perchè non sapete cosa fare. Gli aiuti sono e vanno visti come uno strumento utile al raggiungimento degli obiettivi e dovrebbero essere richiesti non appena ci si rende conto che il ragionamento e il tempo che si sta utilizzando per risolvere un enigma è troppo lungo per quel gruppo in quella determinata stanza e con quel tempo che resta a disposizione. Perchè il tempo perso in una escape room non si recupera più. E il tempo si perde se ci si vuole impuntare a risolvere da soli un enigma, ma a volte manca un elemento o un input, che permetterebbe di farlo magari in pochi secondi. Non bisogna avere paura di chiedere l’aiuto se si è ancora al primo o al secondo enigma. Se in 20 minuti un gruppo non ha ancora risolto il primo enigma, non può pensare di risolverne 15 nei restanti 40 minuti. Quel gruppo rischia allora di non arrivare nemmeno al 50% dell’avanzamento della stanza. Poi se è una questione di principio e di sfida con se stessi, il discorso è diverso. Una stanza si può finire senza aiuti? Si. Sono tanti i gruppi che ci riescono, anche in stanze considerate più difficili. Ma è una questione di affiatamento e allenamento. Se una di queste due componenti manca, gli aiuti sono un buon SOS per riuscire ad uscire in tempo e vincere comunque.
- Tenere sotto controllo il timer. Sembrerà ovvio, ma non datelo per scontato. Il tempo in un’escape room è limitato (a differenza della maggioranza dei videogiochi o dei giochi da tavola, dettaglio che spesso trae in inganno chi ha diverse esperienze ludiche alle spalle ma non ne ha di escape game): finiti quei 60 minuti, anche la magia finisce e, a meno che non vogliate riprovarci, non avrete un’altra occasione per rivivere quella stanza. Se il timer è già nella stanza bene, se non è previsto dall’ambientazione portatevi voi un orologio dentro (a meno che non sia proibito) e date uno sguardo più o meno dopo ogni passaggio risolto e sempre prima di chiedere un aiuto. Il tempo vola, questo è certo, e controllare quello che vi resta è l’unico modo che avete per capire se il vostro obiettivo è ancora raggiungibile.
- Seguire la storia e leggere sempre tutto. Nelle escape room si possono vivere fantastiche avventure, se ci si lascia trasportare dalla storia della stanza e dei personaggi che la hanno abitata. La storia la trovate narrata in vari modi (diari, articoli di giornale, cartoline, video, messaggi audio, grafiche ambientali) e deve essere lei a condurvi verso la via d’uscita. Tutto il game play diventa più chiaro e lineare se seguite la storia. E, soprattutto, non tralasciate le pagine da leggere. Ora, non è che dovete leggervi tutti i libri presenti in una stanza, ma dovete capire quali sono gli scritti che sono importanti (in genere hanno delle particolarità evidenti) e soprattutto, se non contengono direttamente un enigma, spesso includono istruzioni e consigli per risolvere un altro engima. V. consiglio n. 1
- Ragionare sulle connessioni logiche tra storia, ambientazione, enigmi, codici e lucchetti. Solo le stanze di ultima generazione sono costruite in modo che ci sia sempre un collegamento sensato tra lucchetti, enigmi e storia, è vero, ma il principio di base è applicabile in tutte le circostanze. In primo luogo, non focalizzatevi sui lucchetti da aprire, ma piuttosto sui codici che trovate. Spesso molti gruppi si piantano perchè sono convinti di dover aprire un certo lucchetto ad un certo punto del gioco, ma questo è impossibile perchè mancano loro ancora alcuni pezzi del codice che sono chiusi da altri lucchetti o elettroserrature che si aprono prima. Lasciatevi invece guidare dagli indizi. Se siete fermi da un po’, ancor prima di chiedere un aiuto, chiedetevi “Cosa ho trovato negli ultimi passaggi? Ho già usato questi indizi? Questo indizio che ho trovato a quale oggetto o lucchetto potrebbe essere logicamente collegato in questa stanza e in questa storia? Viceversa non ha senso fissarsi per aprire necessariamente un determinato lucchetto se palesemente non si ha in mano niente che possa aiutarvi a sbloccarlo.
- Contare quanti lucchetti restano da aprire, ma senza fidarsi troppo. Insieme al tempo che vi resta questo è l’unico dettaglio che avete per tenere sotto controllo il gioco e capire come procede il vostro avanzamento. Ma, attenti: non è detto che tutti i lucchetti che avete a vista non contengano altre scatole o cassetti chiusi da altrettanti lucchetti o che non ci siano stanze segrete che ancora non avete trovato. Insomma, fatevi i vostri conti e le vostre valutazioni per vedere a che punto siete, ma non date nulla per scontato, perchè una buona escape room è in grado di stupirvi fino all’ultimo minuto con un colpo di scena.
- Spronarsi a vicenda e non arrendersi. Anche questa può sembrare una frase fatta, uscita da qualche articolo motivazionale, eppure è una grande verità. La performance del gruppo è estremamente orientata dall’atteggiamento dei singoli giocatori. In ogni partita, ricordatevi che nella stanza con voi non entra solo un gruppo di escapers. Entrano delle persone, ognuna con la propria giornata sulle spalle, con le proprie paure, i propri desideri, la propria stanchezza, nel bene e nel male. E siccome, a risolvere gli enigmi, come visto nel consiglio n. 2 ci pensa il “Cervello di gruppo”, questo è influenzato da tutte le variabili che ognuno di voi porta con sé dentro la stanza. Ecco perchè ogni gruppo dovrebbe avere un motivatore, qualcuno che, anche nelle situazioni di difficoltà e nei momenti più bui (e non perchè manca la luce!), si ricorda di accendere la lampadina del cervello di gruppo e invita tutti a non arrendersi e ad andare avanti verso l’obiettivo comune. Il top sapete quando si ottiene? Quando tutti i giocatori dello stesso gruppo sono i motivatori (anche in modo critico, eh, non solo per dirsi “ma quanto siamo bravi!”) e si fa a turno per tenere sempre la squadra a lavoro verso il raggiungimento dell’obiettivo di tutti. E, alla fine, sai che soddisfazione poter dire “ABBIAMO VINTO!”
Fausta e Filippo, Lost Room